Quintena 2018, in cammino con i giovani per uscire, vedere, chiamare

Quintena 2018, in cammino con i giovani per uscire, vedere, chiamare

Mettersi in cammino con i nostri giovani. Ed è quanto ha chiesto papa Francesco in vista del prossimo sinodo dei giovani che si terrà in ottobre. “Incontrare, accompagnare, prendersi cura di ogni giovane, nessuno escluso”. È la prospettiva del documento preparatorio del Sinodo dei sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. A parlarne in questa Quintena 2018 don Nicola Florio, parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima di Cupello responsabile diocesano e regionale del Servizio di pastorale giovanile. Il parroco di Santa Maria Maggiore di Vasto, don Domenico Spagnoli, gli ha chiesto di affrontare il tema In cammino con i giovani: uscire, vedere, chiamare nella prospettiva del percorso di incamminarci verso il sinodo giovanile.

Viviamo un tempo caratterizzato da incertezza, precarietà e insicurezza. “Siamo convinti che Dio parli ancora al cuore dei giovani, ma ci vuole qualcuno che sia disposto ad aiutare i giovani ad ascoltare la voce di Dio”.  Partendo da questo pensiero don Nicola ha iniziato a declinare i tre verbi di preparazione sinodale: uscire vedere, chiamare. Dobbiamo uscire da ciò che non è evangelico. Dobbiamo imparare a parlare e camminare insieme, come Chiesa e come comunità parrocchiale. Alla ricerca dell’altro con la capacità di guardare avanti lasciando atteggiamenti non accoglienti.

“Siamo chiamati a uscire per seminare in maniera sovrabbondante la parola di Dio dove vivono i giovani nella consapevolezza che il seme morendo porta molto frutto” ha evidenziato don Nicola commentando la parola del seminatore.  Il secondo verbo che ci viene affidato è vedere. Cosa vediamo nei nostri giovani? Vedere i giovani con lo sguardo di Dio per vedere oltre all’apparenza al cuore degli uomini. “Dio vede ciò c’è che nel cuore – ha detto il relatore – ma va oltre all’apparenza. Ma questo accade solo se perdiamo del tempo con i giovani, perché solo così si può entrare nel loro cuore e vedere cosa c’è”.

L’ultimo verbo è chiamare. Usciamo per guardare con gli occhi di Cristo e chiamare. Siamo chiamati a lavorare nella vigna del Signore. “Quando la nostra pastorale giovanile sarà buona? Quando chiameremo i giovani, non per essere destinatari delle nostre iniziativa, ma quando li chiameremo per costruire da protagonisti il regno di Dio”.

Don Nicola ha ammonito: “Non dimentichiamo che i giovani sono persone in costruzione, ci piacerebbe vederli già maturi nella fede e l’umanità piena di Cristo, entusiasti nella vita comunitaria” ma “dobbiamo sacrificarci per generare giovani nuovi innamorati di Cristo”.

 

 

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