Quintena 2018, la testimonianza dell’amore dei piccoli gesti verso gli altri

Quintena 2018, la testimonianza dell’amore dei piccoli gesti verso gli altri

Quando si parla di ultimi si è portati a pensare che siano più lontani di quanto si possa credere e soprattutto pensare. La vita comoda ci ha distratti dall’osservare che chi si trova nel disagio esistenziale è a noi molto vicino. In questa quintena 2018, utilizzata alla preparazione della prossima Festa della Sacra Spina, il parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore di Vasto, don Domenico Spagnoli, ha voluto dare una scossa ulteriore al comodo torpore regalando l’esperienza della Capanna di Betlemme di Chieti. Un’esperienza di vita per garantire una casa ai senza tetto, nella ricerca quotidiana degli ultimi della società per volere di don Oreste Benzi, quelli che chiamava fratellini e sorelline.

Luca Fortunato, 37 anni dei quali da 3 anni e mezzo gestisce la casa dell’accoglienza, è “un fratello che vive tra i fratelli”. Settanta persone ospitate, 13 sono minori, vittime di uno sfratto esecutivo costrette a dormire in macchina o in stazione “finiti in uno stato di degrado assoluto che si stavano lasciando andare con il desiderio di morire, non solo un fatto di povertà materiale, perché come diceva il nostro fondatore don Oreste Benzi, il povere più povero non è quello che non ha nulla ma chi non conta nulla per nessuno”.

Luca nel suo intervento ha coniugato le tre parole “date in consegna dal parroco”: riconoscere, interpretare e scegliere.

Chi è in strada più che dalla povertà è spinto dai fallimenti relazionali: una separazione, la morte di un genitore. La Capanna di Betlemme non è solo un letto dove dormire o un luogo dove mangiare, ma un luogo dell’amicizia in sintonia con la pedagogia dell’amore di Gesù.  Un luogo dove in amicizia si creano delle relazioni, dove non si è più soli. La persona resuscita a vita nuova perché amato “uscendo dalla tomba dove si è rintanato per vivere in maniera dignitosa”.

Una bella testimonianza quella di Luca Fortunato, un invito continuo all’amore dei piccoli gesti verso gli altri.

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