Adorazione eucaristica per farci contagiare dalla carità

Adorazione eucaristica per farci contagiare dalla carità

Nuovo servizio della Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone che questa sera ha animato per un’ora l’adorazione eucaristica permanente che si tiene nella Città del Vasto nella chiesa dell’Addolorata. Momento mensile di preghiera che cade nella giornata delle “24 Ore per il Signore – Presso di te è il perdono” quando per le confessioni si avvicenderanno dei sacerdoti in tutte le ore del giorno e della notte.
La preghiera continua è stata coordinata dall’assistente spirituale don Domenico Spagnoli, spunto di riflessione il vangelo di Giovanni (Gv 13, 1-4): “Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita”.
Le parole che ci hanno fatto compagnia in questi sessanta minuti di ascolto e di preghiera sono state vesti e tuniche. Per scuotere le nostre coscienze don Domenico ha scelto don Tonino Bello: “Chi sta alla tavola dell’eucarestia deve ‘deporre le vesti’. Le vesti del tornaconto, del calcolo, dell’interesse personale, per assumere la nudità della comunione. Le vesti della ricchezza, del lusso, dello spreco, della mentalità borghese, per indossare le trasparenze della modestia, della semplicità, della leggerezza. Le vesti del dominio, dell’arroganza, dell’egemonia, della prevaricazione, dell’accaparramento, per ricoprirsi dei veli della debolezza e della povertà. Dobbiamo abbandonare i segni del potere”.
Vivere la fede in Cristo decidendo di farlo con “la Chiesa del grembiule” per mettersi a servizio dell’altro, nella consapevolezza che tra le virtù teologali è meglio farsi guidare dalla carità perché “è paziente, benigna, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità”.
Il nostro assistente ha pregato con noi perché la carità ci aiuti e ci accompagni nei gesti e nella scelta delle nostre azioni: “Chiediamo a Dio di lasciarci contagiare dalla carità”. Questo è il cammino che siamo chiamati a compiere come confratelli della Sacra Spina e del Gonfalone: siamo disposti a compierlo assieme?

 

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