Ascensione del Signore 2020, messaggio dell’assistente ecclesiastico mons. Pennisi

Ascensione del Signore 2020, messaggio dell’assistente ecclesiastico mons. Pennisi

Carissimi confratelli e consorelle,

dopo alcuni mesi nei quali abbiamo sofferto per non poter celebrare la santa Eucaristia alla presenza del popolo, che comunque è stato sempre presente nella preghiera liturgica, oggi possiamo celebrare, con un numero limitato di fedeli, che potranno accostarsi alla comunione eucaristica.

Nella solennità dell’Ascensione celebriamo non solo l’esaltazione dell’umanità di Cristo, costituito salvatore universale, ma anche l’inizio della sua nuova presenza nella Chiesa e nel mondo e l’esaltazione della nostra fragile umanità, che è innalzata accanto al Padre, alla cui destra siede il Cristo entrato nella pienezza della gloria.

L’Ascensione non segna la scomparsa di Gesù verso un “altro mondo” sconosciuto e lontano, ma inaugura una nuova forma di presenza più profonda e diffusa di Cristo nel mondo e nella storia, che richiede in noi una maggiore conoscenza di lui, attraverso gli occhi nuovi della fede.

Il ritorno di Gesù al Padre è al tempo stesso l’invio della Chiesa in tutto il mondo per portarvi l’amore che scaturisce dal mistero della SS. Trinità, comunità di amore infinito ed eterno, e per diffondere la nuova paradossale signoria di Cristo Crocifisso, signore perché servo, pastore perché agnello, primo perché ultimo.

Cristo ascendendo al cielo non ci ha lasciati nella solitudine e nell’umiliazione, ma ci ha introdotti nella comunione trinitaria, di cui quella ecclesiale è un riflesso.

Il tempo della Chiesa dall’ascensione alla venuta finale di Cristo non è il tempo né della nostalgia del passato, né della tristezza per la partenza di Cristo, né dell’angoscia per l’incertezza del futuro, né del sogno di una Chiesa ideale, né dell’utopia di una nuova società, ma il tempo caratterizzato dalla gioia per una presenza nuova di Cristo da cui scaturisce l’impegno missionario.

Gesù il Cristo continua l’opera della salvezza attraverso la Chiesa, chiamata ad annunciare a tutti la lieta notizia della vittoria di Cristo, ad immergere gli uomini nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, attraverso il battesimo e ad invitarli ad osservare tutto ciò che Cristo ha comandato e a testimoniare la vita nuova che deriva dalla partecipazione al mistero pasquale e dal dono dello Spirito Santo.

Gesù dice agli apostoli: “Io sono con voi, tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. L’Ascensione attesta che Gesù, che è andato al Padre, è sempre con noi.

Noi dobbiamo cercarlo con gli occhi della fede per mezzo della preghiera, della meditazione della Parola di Dio, dell’Eucaristia. Se impareremo a scoprire Gesù nell’Eucarestia, lo sapremo scoprire anche nei nostri fratelli e sorelle, in particolare nei più poveri.

Gesù il Cristo continua l’opera della salvezza attraverso la Chiesa, chiamata ad annunciare la lieta notizia di una vita nuova che deriva dalla partecipazione al mistero pasquale.

Contemplare Gesù asceso in cielo non significa dimenticare la terra nella quale il Signore Risorto continua a essere presente in modo nuovo, con una presenza che supera i limiti spaziali e temporali.

Non possiamo stare inerti a guardare il cielo e a sognare una realtà evanescente, ma siamo chiamati ad eseguire, sotto l’influsso della potenza Spirito, il compito di testimoniare l’esperienza del nostro incontro personale con Cristo a tutti e in modo particolare a coloro che stanno sulla soglia della chiesa o sono rimasti per la strada per invitarli a fare esperienza della presenza di Gesù Risorto nella comunità cristiana.

 Mons. Michele Pennisi

Assistente ecclesiastico Confraternite d’Italia

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