Arcivescovo Forte: Quaresima, tempo di libertà con la preghiera, la carità e il digiuno

Arcivescovo Forte: Quaresima, tempo di libertà con la preghiera, la carità e il digiuno

Con un pensiero agli ammalati, una preghiera rivolta ai defunti e la vicinanza ai medici e agli infermieri impegnati in prima linea per combattere il coronavirus, ha avuto inizio questa sera la Quaresima a Santa Maria Maggiore. L’Arcivescovo Bruno Forte, celebrando l’Eucaristia ha inaugurato a Vasto il periodo quaresimale che prepara alla solennità della Pasqua. E’ il giorno dell’imposizione delle ceneri, inizio del “tempo forte” della grazia segnato dalla purificazione che ci accompagnerà fino alla morte in croce di Gesù, in attesa dell’annuncio di Risurrezione delle donne.
Nell’omelia il presule ha evidenziato come la Quaresima richiami la riflessione su una costante: la libertà dell’uomo; è il tempo per ritrovare la nostra libertà attraverso tre “cammini” per tornare a Dio. Il primo cammino: “Una libertà dalle cose, ecco il senso profondo dell’invito all’elemosina, tutto quello che è superfluo non merita di essere cercato, desiderato, posseduto – ha spiegato – perché quanto più riusciamo a diventare liberi (e quindi a dare ad altri con generosità) tanto più siamo liberi dal possesso. Si tratta di una forma grandissima di pace e di libertà dalle cose… non a caso Francesco d’Assisi ha chiamato sorella “la povertà”.
Il secondo cammino è rappresentato dalla libertà da noi stessi “per ascoltare Dio nella nostra vita” con la preghiera e con la meditazione della Parola di Dio per fare scelte di vita secondo la Sua volonta’ che “ci rendono liberi da noi stessi per amare il Signore e coloro che Lui ci manda, nel tempo dell’enfasi dell’io e dell’egoismo”.
Infine la terza “tappa” di avvicinamento alla Pasqua è segnata dal digiuno, che non è solo l’astenersi dal cibo, ma il fuggire la ricerca spasmodica della gratificazione, distraendoci dall’altro, dimenticando il prossimo.
Quindi una Quaresima che sia ricerca della pace interiore per mettere Dio al primo posto nella nostra vita, “in questo tempo favorevole per allenare lo spirito con la carità, la preghiera e il digiuno”.
Hanno concelebrato il parroco don Domenico Spagnoli, il parroco emerito don Decio D’Angelo e il parroco della Cattedrale don Gianfranco Travaglini. Durante la celebrazione liturgica sono state adottate le prime “indicazioni” per contenere il rischio epidemico tra i fedeli come evitare lo scambio del segno di pace e distribuire la comunione esclusivamente nelle mani.

 

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