Questa sera il nostro assistente spirituale don Domenico Spagnoli ha stimolato un interessante percorso di riflessione sull’importanza della conoscenza delle Sacre Scrittura per vivere l’esperienza di fede nella Confraternita nel corso del riunione formativa mensile. E per farlo ha offerto all’approfondimento di tutti la lettura e il commento di “Aperuit Illis” il motu proprio di Papa Francesco diffuso il 30 settembre scorso di cui ci aveva parlato l’arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto Bruno Forte nell’omelia delle feste patronali di San Michele Arcangelo.

Parole che sono nutrimento perché, come giustamente ha sottolineato don Domenico, senza la conoscenza della Sacra Scrittura non può crescere la nostra fede e quindi la nostra vita spirituale. «Aprì loro la mente per comprendere le Scritture» esordisce Papa Francesco evidenziando come questo fosse satoa uno degli ultimi gesti compiuti dal Risorto prima dell’Ascensione. “La relazione tra il Risorto, la comunità dei credenti e la Sacra Scrittura è estremamente vitale per la nostra identità. Senza il Signore che ci introduce  – ha commentato l’assistente leggendo il motu proprio – è impossibile comprendere in prodondità la Scara Scittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli interventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo”.

Ogni confratello, ha esortato don Domenico riprendendo le parole del Papa, deve farsi annunciatore della Parola con una preparazione adeguata da qui l’importanza che la Parola-seme muoia per produrre frutto che può avvenire se c’è la lettura, l’approfondimento e la preghiera quotidiana con l’ausilio delle Sacre Scritture.

Parola di Dio che ha la forza di unire i credenti, e quindi i confratelli, rendendoli un unico popolo, un’unica entità che opera a servizio della comunità parrocchiale. Non stanchiamoci mai di dedicare tempo e preghiera alla Sacra Scrittura.