VIDEO – La sete di infinito nella gioia dell’incontro con Cristo

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Aprirsi al confronto con la città. E’ questo il senso dell’incontro promosso dalla Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone e dalla Parrocchia di Santa Maria Maggiore che, nell’accogliente pinacoteca di Palazzo d’Avalos, ha ospitato, alla vigilia dell’inizio della quintena preparatoria alla Festa della Sacra Spina, la conversazione con Marco Moschini, docente di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, per riflettere sul tema: “Dal bisogno al sogno. Gli adulti di fronte ai giovani”.

A spiegare il senso di questa iniziativa di una chiesa che esce dal suo perimetro per incontrare la comunità ci hanno pensato nel presentare l’illustre ospite il priore della Confraternita Massimo Stivaletta e il parroco di Santa Maria Maggiore don Domenico Spagnoli.

“Vogliamo metterci in dialogo con la città” ha in particolare affermato don Domenico spiegando la necessità “di accompagnare i giovani verso il mondo adulto”. Un vuoto dell’uomo che vive con la speranza e il desiderio di cose che non riescono a saziare la sua sete di infinito. La Sacra Spina può aiutare a recuperare la concretezza del tempo che ci è concesso di vivere per individuare in Cristo “l’approdo che tutti dobbiamo ancora raggiungere nella ricerca di raggiungere nella speranza di felicità”.

Ed è stato difficile non farsi rapire dalle parole di Moschini. Un intervento tanto facile da seguire quanto profondo, che ha aiutato a riflettere sulle parole bisogno e sogno “dure e difficili” al cospetto “delle lacerazioni degli uomini in un tempo di fragilità”. La bellezza di scoprirsi fragili di un Dio che per primo non ha guardato alla fragilità dell’uomo dandogli il tempo di riscoprire la profondità dell’amore divino attraverso Gesù che si è fatto uomo.

Il relatore ha spiegato come i cristiani sono un popolo in cammino. Cristiano che può essere identificato in tre categorie quella del naufrago (che spera in un approdo), quella di una persona incurabile (ogni minuto che passa ci avvicina alla morte) e di chi è in esilio (di chi non ha una casa dove fare ritorno). Alla ricerca di una casa perduta per salvarci dal tempo con il tempo che ci è dato vivere nella speranza che genera amore e speranza per l’altro. Il docente dell’Università di Perugia ha solo sfiorato il conflitto generazionale che potrebbe crearsi tra mondo adulto e mondo giovanile. Un suggerimento che Moschini ha voluto dare è imparare ad ascoltare anche nella capacità di saper accogliere un punto di vista diverso dal nostro.

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