Incontro di spiritualità confraternale: la carità… uno stile di servizio

Incontro di spiritualità confraternale: la carità… uno stile di servizio

Sabato 20 ottobre si è svolto presso la struttura parrocchiale di “Villa Ricci” un ritiro spirituale della Confraternita della Sacra Spina e Gonfalone programmato dopo la positiva esperienza del precedente momento svolto in occasione della Pentecoste.
Ha guidato il momento di spiritualità l’assistente della Confraternita don Domenico Spagnoli che dettando la meditazione ci ha portato a riflettere su “La Carità … uno stile di servizio”.
Icona di riferimento è stato il Vangelo di Marco (10,35-45) sulla richiesta degli apostoli Giacomo e Giovanni “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”.
I confratelli sono stati invitati a riflettere sui termini descritti sul racconto evangelico. I due apostoli precedono la richiesta specifica al Signore dicendogli “Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo”.
Questo “vogliamo” ci descrive la voglia di apparire, la voglia di sedere vicino a Gesù per essere gratificati. Forse anche tra i confratelli, qualche volta, prevale questo desiderio di apparire? Di essere gratificati? Bisogna imparare a mettersi ”dietro” a Gesù. Bisogna imparare ad accettare le nostre fatiche e le fatiche degli altri. Il confratello deve mettersi al servizio degli altri non tendere a privilegiare.
Nel testo sacro il Signore ci dice “sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali è stato preparato” don Domenico ci ha fatto riflettere che ogni persona non decide per se quale posto avere, qual è il posto giusto per lui, ma è Dio stesso che da un posto giusto per ogni persona. L’evangelista Marco descrive poi che gli altri Apostoli iniziarono ad indignarsi per la richiesta dei loro due amici che volevano… privilegiare. Quindi anche gli altri dieci non si sono comportati diversamente dai primi due, anch’essi volevano tendere all’ambizione di comando e di apparire.
Quante volte può capitare, anche ad un confratello il desiderio di voler privilegiare di voler mettersi in mostra. Lo spirito confraternale deve essere uno spirito di servizio non di privilegio e Gesù lo spiega verso la fine del brano quando dice ai suoi (quindi a noi)… chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”.
In nostro assistente ci ha chiesto di riflettere anche sulla consapevolezza del servizio e che esso ci rende importanti agli occhi di Dio.
Nell’ultimo versetto, dell’icona evangelica, Marco ci dice che “Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire ma per servire…”; la riflessione dettata è stata sul come assumere uno stile del servizio senza alcun tornaconto. Solo allora sarà carità, donare senza ricevere nulla in cambio.
A conclusione della meditazione e prima dei laboratori di riflessione ci si è introdotto ai lavori dei gruppi con un beve brano dell’ultima lettera pastorale del nostro Arcivescovo Bruno sulla “Temperanza. Una virtù per il nostro tempo.” La Temperanza… virtù che ci aiuta a stare lontano dagli eccessi, anche e in particolare da quell’eccesso nella considerazione di noi stessi… e nel mettere il nostro io al centro di tutto… nutrire ambizioni esagerate… gelosie… invidie… affanni ed ansie del tutto contrari alla pace del cuore che solo l’agire in umiltà ed obbedienza al Signore può procurarci! La sobrietà è fonte di gioia…
Dopo un momento di pausa con annesso Coffee Break ci si è diviso in gruppi. Nei gruppi di riflessione ci si è interrogati su come ogni confratello si sente proiettato al servizio iniziando dal chiedersi il perché dell’appartenenza a questo gruppo della Sacra Spina e del Gonfalone piuttosto che ad altre esperienze ecclesiali, su quali sono i momenti di crescita nella fede e carità grazie a questa esperienza confraternale. La positività delle confraternite, in genere, è anche di aver riavvicinato alla Santa Chiesa tante persone che dopo esperienze giovanili di fede si erano allontanate ed ora hanno una nuova opportunità di crescere spiritualmente. Essere in confraternita è un perenne cammino formativo di crescita spirituale che ci può aiutare a dare un senso nuovo ad ogni nostro agire sia come gruppo che come singolo.
Sta a noi ora trasformare la formazione ricevuta in frutti buoni da portare agli altri ricordando le parole di Gesù “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere!».
La bella giornata si è conclusa con un conviviale, grazie all’abnegazione di confratelli-chef, per la gioia di tutti di essersi ritrovati come confratelli ma soprattutto come amici e un momento ludico ci voleva… come dice l’antico detto latino “Mens sana in corpore sano“.
Buon cammino a tutti.
Valter Marinucci

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